domenica 23 settembre 2012

Media e comunicazione in Italia


 CON L’EMIRO DEL QATAR VENUTO A ROMA A FARLA DA PADRONE

Il guaio di farsi una cultura è che il processo richiede molto tempo, ti brucia la parte migliore della vita, e quando hai finito l'unica cosa che sai è che ti sarebbe convenuto di più fare il banchiere.
( Philip K. Dick )



  Parliamo oggi, per questo week end, di Comunicazione & Media in Italia.

La notizia è la seguente: le notizie e le informazioni contenute in questo post sono vecchie di almeno una settimana.

A questo va aggiunto: tutte le notizie che vengono date in questo post sono state ampiamente già date e pubblicate sulla stampa italiana mainstream.

E ci mettiamo anche: non soltanto non c’è alcuno scoop e tantomeno alcuna novità, ma tutto ciò di cui si parla in questo post è robetta nota e già masticata”.

In che cosa consiste la notizia, dunque?

Esattamente in questo.

Ovverossia, nel raccontarvi la nuova fase della gestione da parte della cupola mediatica, il loro gestire la comunicazione giornalistica applicando la “Teoria del Paradosso”, perfetta e funzionale nella attuale Surrealtà, laddove dire la Verità, cioè le cose proprio come stanno, finisce per essere il principale veicolo di disinformazione per i cittadini.

Come è possibile che questo accada?

E’ semplice ed elementare.

Il mondo che ci hanno creato è un mondo che ruota intorno al concetto tribale di villaggio elettronico con diversi Totem da adorare, ai quali fare riferimento: la nuova religione ideologica del cittadino post-moderno schiavo della finanza oligarchica. Primo fra tutti “l’ossessione bulimica dell’informazione”. Ci hanno fatto credere che viviamo nell’età dell’informazione. Non è vero. E’ un trucco. Questo era vero vent’anni fa.

Noi adesso viviamo una fase successiva, dove le informazioni sono irrilevanti. Ciò che conta, oggi, (dedicato a chi vuole capire, quindi comprendere e pertanto sapere) non è l’informazione bensì “la connessione”. E’ tutto un altro mondo. Se io ho un dato B, oggettivo, il cui autentico Senso e Significato lo posso ricavare soltanto collegandolo a un dato A, oggettivo ma A e B sono collocati in due luoghi lontani, io non vedo la relazione tra il punto A e il punto B e ottengo la seguente formulazione mediatica “falsificare la realtà dicendo la Verità”. Le informazioni, oggi, non servono a nulla, è ormai robetta per i feisbuchiani. Ciò che conta è la capacità di saperle elaborare in modo tale da poter creare la “adeguata connessione tra le diverse informazioni” e quando questo avviene, allora io ottengo il cosiddetto “flusso di informazioni”. Perché è così che funziona la mente umana. Per far ciò bisogna però essere in-formati, cioè “formati dentro”, il che vuol dire avere gli strumenti necessari per poter decifrare l’informazione.

Faccio un esempio: domani sui giornali leggiamo che Mr. Tizio è morto suicida. Sappiamo anche che Tizio era una persona importante che lavorava al ministero delle finanze. Da un’altra parte compare la notizia che Tizio era un pedofilo incallito e stava per scoppiare uno scandalo, ed essendo lui cattolico, per la vergogna si è ucciso. Da un’altra parte compare la notizia (piccola, ma resa pubblica) che il giorno prima del suo suicidio era andato a cena con Mr. Caio, finanziere d’assalto, e poi era andato a una festa dove però non c’erano bambine, ma finanzieri. Le diverse notizie vengono comunicate. Se io faccio in modo che nessuno attui la connessione tra queste diverse e lontane notizie (eppure esistenti) spostando l’interesse verso le preferenze sessuali di Tizio, farò scattare un maggior numero di connessioni con la notizia “Tizio è pedofilo” che con le notizie altre. Il tutto corrisponde a “una verità oggettiva”, perché Mr. Tizio era davvero un pedofilo incallito perverso. Ma è anche vero che aveva detto no a Mr. Caio, il quale, per colpa sua avrebbe perso di lì a una settimana 50 miliardi di euro e in un’altra zona lontanissima della rete c’è perfino la notizia relativa a uno scambio di lettere tra di loro e in un’altra zona ancora c’è addirittura la lettera. Ma per dieci giorni si parla soltanto del dramma della pedofilia e “il tempo delle inter-connessioni” si perde e così le altre notizie possono intanto essere oscurate, si può creare intorno un adeguato sbarramento: circondare quella notizia da altre dieci notizie che sostengono che quella lettera è falsa e che l’incontro non si è verificato, ecc.

Ciò che davvero conta, quindi, oggi, non è “l’informazione” bensì “la connessione”.

Dobbiamo imparare a connettere le notizie. Paradossalmente, oggi, la “vera informazione” oggi non la fa il giornalista, bensì il filosofo. La “sveglia” ai francesi, nel 2010, l’ha data un filosofo scomodo di 88 anni di età. Lui ha suonato la carica. Un giovanotto di quasi novant’anni. Si chiama Edgar Morin, e la corrotta classe di intellettuali francesi ha cominciato a interrogarsi di nuovo, a porsi domande, a cercare, per l’appunto, le connessioni. Non le risposte, le connessioni. La “sveglia” agli americani narcotizzati da Bush & co.l’ha fornita il grande filosofo Richard Rorty a metà dello scorso decennio, prima di morire, insieme al più grande epistemologo vivente, il filosofo Hilary Putnam. Il filosofo Rorty non sapeva neppure che cosa fosse la BCE o Mario Monti o la situazione italiana, eppure otto anni fa spiegava come in Italia il potere sarebbe stato preso da una elite aristocratica di tecnici. Ci insegnava a connettere i fatti. Ma lui non aveva informazioni: aveva fatto le connessioni. A sua volta, da vent’anni, il filosofo Putnam elabora la sua teoria sul Vero e sul Falso, cercando di spiegarci come il potere “sia arrivato al diabolico punto di potersi permettere il lusso di dire addirittura la verità, che diventa un falso in quanto non viene connessa a una ricezione collettiva di massa e ciò che conta nell’attuale fase non è il dato, bensì la connessione tra i dati, senza questo il dato svanisce perché non può essere comunicato, quindi una Verità diventa una Non Verità”.

Questa lunga e forse noiosa premessa era per introdurre una notizia pubblicata qualche giorno fa. Interessa tutti perché è di natura governativa. Ed è anche di natura militare strategica, e se si vanno a fare delle connessioni, allora si riesce a comprendere che cosa c’è sotto (o dietro) e si capisce anche perché una “notizia così curiosa come questa” non abbia avuto nessuna risonanza, nessun commento, nessun seguito. Nada de nada. Nicht. Nothing.

Per me, appunto, la notizia è questa: una notizia che viene data ma non viene diffusa e discussa. Perché?

Ecco i fatti nudi e crudi

Firmato accordo fra Ansa e agenzia Qatar Qna Ambasciatore: aperti a investire in Italia 18 settembre, 17:56

ROMA - Un accordo per rafforzare lo scambio non solo di informazioni e di foto, ma anche di prodotti (1) multimediali tra l'ANSA e la Qatar News Agency (QNA) è stato firmato oggi a Roma, nella sede dell'ANSA, dall'ambasciatore del Qatar in Italia, Soltan Saad Al-Moraikhi, e dall'amministratore delegato dell'ANSA, Giuseppe Cerbone. Un accordo che si inserisce nel quadro degli ottimi rapporti tra Italia e Qatar e che mira a dare un ulteriore impulso alla collaborazione già esistente tra l'ANSA e la QNA, che riguarderà oltre ai prodotti multimediali, anche la copertura di eventi e la formazione dei giornalisti. "Siamo molto felici dell'interesse dell'Italia per il Qatar, un interesse che è davvero reciproco. Con questo accordo con l'ANSA vogliamo prima di tutto fare arrivare le notizie al cittadino", ha commentato l'ambasciatore Al-Moraikhi. Informazione, istruzione e salute, ha spiegato, sono tre settori in cui l'emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani, "sta concentrando gli sforzi al fine di favorire lo sviluppo umano, ovvero il benessere fisico e mentale dei suoi cittadini". Il Qatar, ha sottolineato l'ambasciatore, può vantare un "sistema sanitario all'avanguardia e totalmente gratuito" e "una rete di università tra le migliori al mondo". Per l'emiro l'istruzione e la conoscenza sono un obiettivo prioritario che spiega l'interesse per lo scambio di informazioni con l'ANSA, per "fare arrivare al cittadino" le notizie riguardanti un paese come l'Italia la cui cultura "viene percepita da noi come molto vicina", ha sottolineato Al-Moraikhi. Il Qatar è un paese "aperto agli investimenti nel mondo", come testimoniano in recenti ingressi in società in Francia e altri paesi europei, in particolare nei settori immobiliare e dello sport. "Anche in Italia abbiamo realizzato vari investimenti nel settore energetico, in Costa Smeralda", e diverse società italiane stanno partecipando ai grandi progetti di infrastrutture avviati in Qatar in vista dei Mondiali di calcio del 2022 che l'emirato ospiterà."Noi intendiamo rafforzare i rapporti in tutti i settori e speriamo di poter realizzare sempre più investimenti in Italia", ha detto l'ambasciatore che ha confermato la partecipazione del Qatar all'Expo 2015 di Milano, per la quale "abbiamo alcuni progetti di investimento in fase di studio". "Siamo pronti a valutare tutte le proposte, anche in occasione (2) di una prossima visita del presidente del Consiglio Mario Monti in Qatar".

Questo articolo è stato pubblicato dalla stessa ANSA (agenzia di stampa ufficiale dell’Italia, ovverossia: la voce ufficiale della Repubblica nel campo della comunicazione) il cui amministratore delegato ha letto l’articolo che voi vedete in conferenza stampa. Leggetelo con attenzione.

E adesso facciamo le dovute connessioni:

A). L’Ansa firma una joint venture con l’emiro del Qatar.

Ma chi è l’emiro? (non lo spiegano). Perché l’emiro arriva adesso? (non ce lo dicono). Come mai un (apparentemente) affaruccio è “talmente” importante da spingere l’emiro in persona a venire qui a firmare l’accordo? Quali sono i rapporti con l’emiro?( non ce lo dicono). Come mai Monti va in Qatar? (non ce lo dicono).

Il Qatar è una nazione fondamentale in questo momento nel mondo.

Piccolo staterello sul Golfo Persico (è grande circa 15.000 km quadrati, ampio quanto Lazio, Umbria e Toscana messe insieme) ha una popolazione di circa 1,5 milioni di abitanti. Ha un pil intorno ai 240 miliardi di euro, superiore a quello della Grecia, corrispondente a circa 1/8 di quello italiano. Quest’anno ha avuto un aumento del pil del +18,5% sull’anno precedente ed è la seconda nazione al mondo come ricchezza pro.capite, circa 120.000 dollari ad abitante. Una meraviglia. Così l’Ansa e il governo ci hanno presentato il Qatar. Ed è la verità.

Ma come dice il Talmud “una mezza verità è una menzogna intera”.

Perché c’è dell’altro.

Il 78% della popolazione versa in uno stato di “totale e assoluta povertà”.

Il 25% del budget nazionale è destinato all’acquisto di armi. I tre venditori sono, nell’ordine di importanza: Gran Bretagna, Italia e Francia.

Con esultanza, l’ambasciatore qatariota Al-Moraikhi ci ha spiegato che “in Qatar regna l’armonia politica e non esistono conflitti”. E’ vero. L’opposizione non esiste. Non esiste, se è per questo, neppure la maggioranza. Non esiste il parlamento. Non esistono partiti politici, sono vietati per Legge. In Qatar l’attività politica, come noi la intendiamo, è vietata. Sono vietate anche associazioni private. Il sistema è retto da “una monarchia assoluta islamica”, un’unica famiglia, gli El-Thani, governa il paese e possiede il 95% della ricchezza nazionale. Quindi i conti veri sono: i 245 miliardi di pil vengono distribuiti tra i 224 membri della famiglia reale. Al resto del paese (ovvero il 99,999992% della popolazione) che conta 1.432.867 abitanti va il 4,8% del pil pari a 12 miliardi di euro. Tra questi esiste una classe di vassalli (li chiamano “funzionari governativi con delega reale”) che sono circa 8.000 persone che percepiscono il 90% di quel 4,8%. La maggioranza della popolazione vive di stenti. Nel paese c’è uno dei più alti tassi di mortalità infantile del mondo, il più alto tasso di denutrizione infantile nel mondo islamico; alle donne è vietato l’accesso al mondo del lavoro. Non esiste rete ferroviaria. Non esiste rete di autobus. Non esiste rete idrica al di fuori della capitale Doha, piena di alberghi a 5 stelle dove vanno i nostri imprenditori mitomani. Nel 75% del territorio abitato non esiste energia elettrica. L’emiro è il più importante fornitore di petrolio dell’Italia e il proprietario al 59% della emittente Al Jazeera. La famiglia è mussulmana religiosa fondamentalista e applica la Shariya. L’emiro ha spiegato all’Italia e all’Ansa che in Qatar “esiste il servizio sanitario nazionale gratuito e tra i più avanzati del mondo”. E’ vero. Ma il 75% della popolazione non ha i mezzi né economici né pratici per raggiungere gli ospedali a Doha, dato che non esistono mezzi di comunicazione. In ospedale ci vanno soltanto gli emigranti che lavorano nei campi di petrolio. L’emiro ha anche aggiunto “abbiamo un ottimo sistema di istruzione pubblica gratuita”. L’analfabetismo raggiunge la cifra del78%.

L’Ansa ci ha spiegato, per bocca del suo direttore, che “con questo accordo, il sistema di telecomunicazioni e l’intero sistema mediatico italiano fa un balzo in avanti anche dal punto di vista culturale”. Con una nazione come questa?

Si dà il caso che l’emiro sia diventato l’azionista di maggioranza dell’Unicredit: possiede il pacchetto di maggioranza delle azioni, acquistato nel gennaio del 2012 e gestito da un delegato ufficiale –nominato personalmente dall’emiro- presso il consiglio di amministrazione della banca, che si chiama Luca Cordero di Montezemolo e rappresenta il Fondo Qatar. A lui, l’emiro ha affidato l’appalto per gestire la costruzione degli impianti sportivi per i mondiali di calcio nel 2022, in una nazione dove il calcio è praticato dallo 0,6% della popolazione: hanno quattro campi di calcio. Per vedere una partita il costo del biglietto è pari allo stipendio di una famiglia per complessivi 45 mesi. Subito dopo aver firmato quest’accordo, l’emiro si è incontrato con la signora Tarantola, presidente della Rai, ex banca d’Italia che ha gestito –sempre per conto dell’emiro- l’acquisizione del pacchetto di maggioranza di Unicredit lo scorso gennaio. L’emiro, commosso dalla “situazione di difficoltà dell’Italia” ha dichiarato di essere a disposizione per coprire il buco della Rai di 289 milioni di euro di debito, attraverso prestiti agevolati di Unicredit (che gestirà Montezemolo in persona) e attraverso delle nuove joint venture con la concessionaria di pubblicità della Rai. Tradotto in cifre, vuol dire che Al Jazeera sta prendendo il controllo del sistema ufficiale governativo delle notizie italiane, passando per il business. Senza che all’Italia sia stato detto nulla.

Anzi: peggio. AVENDEGLIELO DETTO.

Tutto ciò è stato gestito personalmente dal presidente del colosso finanziario J.P.Morgan, venuto a Cernobbio apposta per incontrarsi privatamente –e ufficialmente davanti a tutte le telecamere italiane- con l’emiro, Monti, Passera, la Tarantola, Montezemolo. 30 ore dopo quest’incontro J.P.Morgan ha gestito la vendita di 1,7 miliardi di euro di quote dello Snam-Eni all’emiro del Qatar che quindi si appropria della gestione e produzione dei campi petroliferi in quota Eni in Qatar. Tradotto vuol dire: il Qatar da l’altro ieri si venderà il petrolio a se stesso. Il contribuente italiano pagherà soltanto le accise.

Questa connessione mi consente di comprendere un mistero che risolve il mio quesito:

“Come mai l’Italia –insieme al Regno di Spagna- è l’unica nazione in tutta l’Europa occidentale che non ha dato la notizia delle proteste islamiche contro il famigerato filmaccio nel modo in cui è stata data nel resto del continente?

Adesso lo so.

Ecco come la notizia era stata data altrove:

“In questi giorni stiamo assistendo….ecc…..ecc….tutto ciò è nato su una precisa scelta della emittente Al Jazeera su indicazione dell’emiro del Qatar. L’emittente qatariota, infatti, ha deciso di diffondere sulla propria rete, dopo averlo tradotto in venti diverse lingue arabe, un film di serie inferiore che in Usa non aveva trovato nessuna collocazione sul mercato, ed era stato venduto per una manciata di dollari a un modesto canale satellitare del sud della California che lo trasmetteva on demand”. Quando Al Jazeera ha diffuso il film, fino a quel momento il film era stato richiesto da meno di mille utenti. Nessuno lo aveva visto. Nessuno lo voleva vedere. Nessuno lo voleva né comprare né vendere. Semplicemente “non esisteva sul mercato”. L’ha posizionato Al Jazeera.

La domanda che oggi pongo ai miei lettori è la seguente: voi ritenete che da una nazione come questa noi abbiamo davvero da imparare?

Seconda domanda: voi ritenete che sia normale che l’Ansa finisca per diventare socia di Al jazeera?

Terza domanda: voi non pensate che i cittadini avrebbero diritto di sapere su quali basi il premier Mario Monti ha dichiarato di “aver deciso di andare in visita ufficiale nell’emirato del Qatar, nazione amica, e punto di riferimento costante sia del governo che dell’imprenditoria avanzata italiana” e non dovrebbe spiegarci per fare quali “affari di interesse nazionale?”

E’ stata piena di notizie e di informazioni, la rete, in questi giorni.

Quasi nessuna –tra le notizie più importanti- è stata presentata e offerta alla addormentata nazione italiana attraverso le sue “giuste connessioni”.

Altro esempio:

L’11 settembre 2012, il Ministro delle Finanze giapponese Tadohiro Matsushita, da vent’anni politico di primaria importanza nella gestione keynesiana della nazione, dopo essere stato ricevuto dal suo primo ministro Onda che aveva appena parlato con il responsabile del Fondo Monetario Internazionale a Tokyo, è tornato a casa e si è impiccato. La notizia ufficiale è stata che un quotidiano nipponico stava per rilevare che da 22 anni il ministro aveva una relazione extra coniugale. 24 ore dopo, in Cina, iniziano le contestazioni violente anti-nipponiche . L’imperatore, preoccupato, affida a Shinichi Nishimiya, giovane economista, la carica di nuovo ambasciatore in Cina. Appena nominato arriva a Pechino. 24 ore dopo muore avvelenato. Si sostiene che era allergico al cibo cinese ma non lo sapeva.

Tutto ciò è stato pubblicato in Italia, nel senso che la notizia è uscita dovunque.

Ma va connessa.

Uno degli eventi più censurati in tutta l’Europa della zona euro: parlare del Giappone.

Non si parla di questo paese.

Perché il Giappone è pericoloso. Come sono pericolosi l’Argentina e il Brasile.

Il Giappone è l’unica nazione capitalista al mondo che da diversi decenni ha trovato la sua personale quadratura del cerchio: keynesiana in economia, tradizionalista in politica; progressista nel sociale, conservatrice nel privato. Sono riusciti a sintetizzare l’imperatore e il welfare. Il suo pil è di 3.800 miliardi di euro all’anno, superiore del 125% a quello italiano. Il suo debito pubblico è di circa 4.700 miliardi di euro, pari al 137%. L’inflazione è al 2%, la disoccupazione è all’1,5%. I dati economici ci dicono che quest’anno il Giappone cresce del +3,5% e che per il 2013 è accreditato di un +4,8%. In Italia tutti i partiti politici sostengono che “il vero problema consiste nell’immenso debito pubblico e bisogna tagliare perché se lo stato investe arriva l’inflazione”. Come mai il Giappone, invece, sta applicando la MMT- adattandola alla sua realtà- e ogni anno aumenta la spesa pubblica e ogni anno invece di “finire nel baratro” migliora la propria situazione, non ha la nostra inflazione, non ha i nostri conflitti sociali, non ha la nostra povertà? Il suicida ministro aveva dichiarato venti giorni fa “tanto più lo stato investe su se stesso attraverso grandi infrastrutture per la collettività, soprattutto nel campo della ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica e nell’istruzione pubblica di massa, tanto più si abbatte la disoccupazione, si allarga il consumo interno e si crea ricchezza collettiva. Siamo pronti a lanciare un nuovo piano di investimenti per il 2013 nell’ordine di 2.000 miliardi di dollari per la riconversione totale dall’energia nucleare all’eolico, fotovoltaico ed energie ecologicamente sostenibili. Nel 2015 avremo un disavanzo di quasi 7.000 miliardi di dollari, pari al 145% rispetto al pil: ma saremo una nazione evoluta, dove a tutti i cittadini verrà garantita, oltre alla sicurezza del lavoro per tutta la vita, anche la salute e la salvaguardia del proprio futuro”. Il responsabile del Fondo Monetario Internazionale, ascoltando queste parole, ha protestato formalmente sostenendo che si trattava di una follia.

Quel ministro dieci giorni dopo si è impiccato. Il suo discepolo è morto avvelenato.

Mentre Al Jazeera dal Qatar diffondeva il video.

Sono io che sono un demente, oppure tutto ciò merita delle riflessioni?

Quantomeno l’apertura di un dibattito costruttivo al di là del gossip quotidiano, che cosa ne dite?

Quanta gente c’è in Italia che non sa che il Giappone seguita a progredire applicando la MMT?

Come mai Mario Monti in Giappone, che è la terza potenza economica planetaria, non ci va?

Buon week end a tutti.






Sergio Di Cori Modigliani


Fonte

giovedì 13 settembre 2012

La salvezza verrà dall' Iran con Mehran Tavakoli KESHE




Keshe Foundation annuncia l’intenzione di rilasciare 
tecnologia "free energy"




     La Fondazione Keshe, che si trova in Ninov, in Belgio, ha annunciato che effettuerà il rilascio de “la prima fase della tecnologia spaziale, gravitazionale e magnetica (Magravs System) che ha sviluppato, a tutti gli scienziati di tutto il mondo contemporaneamente, per la produzione e la duplicazione”. La Fondazione dice che permetterà viaggi dall’Iran a New York in circa dieci minuti di tempo, oltre a fornire sistemi free energy per i cittadini di tutto il mondo. A seguito del rilascio di queste tecnologie energetiche e spaziali, la fondazione si occuperà della carenza di cibo e di acqua di tutto il mondo che saranno risolti, essi affermano, attraverso la condivisione delle proprie tecnologie basate sul plasma. Se siete interessati a saperne di più sulla Fondazione Keshe e il loro gruppo controllato al Keshe International Space Institute, visitate il sito web seguendo il link seguente e leggete la loro dichiarazione d’intenti e il dettaglio del loro piano di rilasciare questi progetti a tutti gli scienziati di tutto il mondo il 21 settembre del 2012: http://www.keshefoundation.org/en/media-a-papers/keshe-news/316-the-world-peace-invitation-and-release-of-technology.
Ecco comunque di seguito il testo dell’annuncio, che promette una rivoluzione tecnologica totale.



L’invito alla pace nel mondo e il rilascio della tecnologia

     A seguito della riunione della Fondazione Keshe con gli ambasciatori del mondo invitati a Bruxelles il 21 aprile 2012, ora il nostro invito va a tutte le nazioni del mondo attraverso i loro ambasciatori e i loro leader a partecipare ad un incontro il 6 settembre 2012 presso la Fondazione Keshe Center di Ninove, Belgio (o in qualsiasi altro luogo le nazioni possono scegliere).
Man mano che le Eccellenze ne hanno avuto conoscenza, abbiamo invitato i rappresentanti di ogni paese alla prima presentazione della nostra tecnologia, il 21 aprile 2012. Gli ambasciatori di alcune nazioni hanno partecipato a questo incontro e altri hanno scelto di ignorare la chiamata, a causa delle pressioni da altre nazioni, e hanno deciso di non partecipare o si sono ritirati all’ultimo momento.
Con questo secondo invito direttamente e inequivocabilmente si chiede ai leader della vostra nazione di nominare persone qualificate che possano prendere parte al prossimo incontro alla Fondazione il 6 settembre, a nome dei loro governi.
Le ragioni di questo invito e la riunione sono le seguenti:

1.     Il 21 settembre 2012 la Fondazione Keshe rilascerà la prima fase della sua tecnologia spaziale e dei sistemi gravitazionali e magnetici (Magravs) che ha sviluppato a tutti gli scienziati di tutto il mondo contemporaneamente, per la produzione e la duplicazione. Da quel momento in poi i confini internazionali cesseranno di avere alcun significato reale. Questo perché una volta che il primo sistema di volo sarà stato costruito e messo in funzione per il pubblico, il tempo di viaggio per esempio da Teheran a New York sarà di circa 10 minuti al massimo. I nuovi sistemi aerei consentiranno a ogni individuo di fare la stessa lunghezza di percorso nello stesso tempo e a quasi nessun costo da qualsiasi punto su questo pianeta. Il velivolo non sarà rilevabile con la tecnologia radar attuale.

2.     La crisi energetica sarà risolta in un sol colpo, e una volta che la tecnologia sia messa in pratica i poteri che controllano le forniture di energia attraverso le loro attuali strutture finanziarie si troveranno a mani vuote.

3.     La penuria d’acqua del mondo sarà affrontata e risolta con la presentazione di questa tecnologia al pubblico subito dopo il rilascio della nostra energia e della tecnologia spaziale.



    Come abbiamo fatto questo? Negli ultimi sei anni abbiamo utilizzato il sistema di brevetto internazionale per assicurarci che ogni nazione e gli scienziati più importanti di tutto il mondo dispongano di una copia dei nostri brevetti in loro possesso. (Si prega di controllare il brevetto europeo ed internazionale sul download server per numero di download.)
Così abbiamo impedito qualsiasi blocco possibile di questa tecnologia da parte di qualsiasi individuo o gruppo e ora la maggior parte delle nazioni è in possesso dei nostri brevetti per la produzione di energia, sistemi medici e viaggi nello spazio. In questo modo i metodi utilizzati in passato per prevenire lo sviluppo internazionale sono stati elusi e ora tutte le nazioni hanno le stesse opportunità di lavorare insieme per vedere che questa tecnologia sia sviluppata in modo sicuro.

  Il punto principale è che la nostra tecnologia è destinata ad essere liberamente disponibile per tutti i governi per il bene di tutti i cittadini. Attraverso i sistemi che abbiamo sviluppato ogni nazione può avere accesso a tutta l’energia, l’acqua e il cibo di cui ha bisogno, così come a nuovi metodi sanitari e di trasporto, il tutto a costi molto bassi.
Secondo il suo statuto la Fondazione Keshe e tutte le sue tecnologie sono di proprietà dei popoli del mondo. I brevetti sono proprietà di ogni individuo su questo pianeta e non possono essere rivendicati da qualunque persona, organizzazione o nazione. Ciò significa che tutti gli introiti derivanti dalla tecnologia appartengono alla nazione che ne fa uso.
Si rilascerà l’elenco dei paesi invitati alla riunione del 6 settembre 2012 e le complete e-mail di coloro che ricevono gli inviti, quindi spetterà a voi come governo di rendere noto chi, della vostra nazione, prenderà parte a questa riunione.

  Al momento in cui questa email arriva alle vostre ambasciate una copia verrà pubblicata sul forum e sul sito web della Fondazione in modo che i cittadini saranno consapevoli dell’offerta che vi è stata fatta. Allora spetterà a voi far conoscere loro la vostra risposta, come pure alla Fondazione, e noi raccoglieremo i nomi dei delegati nominati, e informeremo i vostri funzionari su dove e come incontrarsi.
In seguito a questo incontro, la presentazione il 21 settembre 2012 farà il primo passo nel programma didattico della Fondazione Keshe per condividere la propria conoscenza e metterla nelle mani dei popoli di tutto il mondo. Una volta che queste nuove tecnologie e i loro benefici saranno noti al grande pubblico, i leader di ogni nazione dovranno decidere come implementare la loro attuazione per il bene di tutti.

   A quel punto ci saranno due scelte: o lavoriamo tutti insieme per cambiare in meglio la vita di tutti sulla Terra attraverso corretti modelli di comportamento, o le nazioni più avanzate del mondo vedranno nel prossimo futuro una marea con decine di migliaia di immigrati affollare le grandi città.
Siamo pronti a presentare ai vostri rappresentanti ogni aspetto della tecnologia, in modo che possano comprendere le sue implicazioni e i cambiamenti che comporterà.
D’ora in avanti possiamo fare in modo che nessun bambino o adulto muoia di sete o di fame e che nessuna nazione venga attaccata da un altra, perché le potenziali applicazioni militari della nuova tecnologia sono così terribilmente distruttive che non avremo altra scelta che accettare che la lotta per le risorse del pianeta è una cosa del passato.
Non c’è stato nulla di sbagliato nella tutela delle risorse nazionali, ma ora, come capi di piccole regioni della Terra, è vostra responsabilità assicurare che le sue risorse siano disponibili per essere condivise, e che con l’aiuto della nostra tecnologia i basilari bisogni di energia, acqua, cibo e assistenza sanitaria siano soddisfatti.

   La Fondazione Keshe non tiene conto del colore, nazionalità, religione o appartenenza politica, così il nostro appello ad ogni governo è che nomini un team di scienziati per venire a vedere personalmente le nostre tecnologie. Poi si può decidere se farne uso o meno. Ma se si ignora questo invito la vostra nazione presto non avrà altra scelta che seguire l’esempio delle nazioni che hanno deciso di svilupparle.
Chiediamo alla vostra nazione di avviare il processo di cooperazione mondiale il più presto possibile, perché una volta che questi sistemi saranno in funzione, le frontiere che separano un paese da un altro non avranno alcun significato.
Abbiamo creato le premesse per un cambiamento di rotta dell’umanità, e nei mesi a venire lo vedremo in corso. Nel prossimo futuro la gente arriverà a capire che siamo tutti qui per servire l’altro e non per essere serviti, in quanto tutte le risorse saranno disponibili a tutti nello stesso momento e nella stessa misura.
MT Keshe - Il fondatore e direttore custode della Fondazione Keshe

   La miglior prova che la tecnologia Keshe al plasma, con le sue applicazioni nei campi più disparati, dall’energia ai trasporti, alla salute, alle telecomunicazioni e all’ambiente è funzionante, strategica e decisiva per una rivoluzione totale del nostro modo di vivere, è rappresentata dal fatto che lo scorso 23 Aprile è stata ufficialmente dichiarata fuorilegge con un’ordine esecutivo della Casa Bianca, firmato dal presidente Obama.

  Due soli giorni dopo la prima presentazione ufficiale della tecnologia – e delle sue implicazioni in ogni comparto della vita civile – a rappresentanti di vari governi che in quella occasione hanno aderito, gli Stati Uniti bloccano tutto con la consueta retorica e ambiguità parlando di gravi violazioni di diritti umani, quando è evidente che a far le spese di un tale provvedimento, che ufficialmente punta il dito sulla Siria e sull’Iran, siano invece tutti quei paesi interessati ad una situazione di pace, abbondanza e sviluppo planetario sostenibile e generalizzato attraverso una condivisione di tecnologie nuove che abbatte le differenze tra aree ricche e aree depresse del pianeta. 

Ecco il link all’ordine esecutivo:
 
  Ovviamente la fondazione nella sua risposta deplora il disgustoso, anacronistico provvedimento di “scomunica” da parte dell’amministrazione Obama, che in una logica di protezionismo degli interessi oligarchici si rivela in ultima analisi contrario al progresso dell’umanità. Nella risposta ufficiale della Fondazione Keshe si dice tra l’altro: 

“Con il decreto presidenziale firmato come legge dal presidente Obama all’inizio di questa settimana, l’uso da parte di altri governi delle tecnologie spaziali sviluppate dalla Fondazione Keshe e altri simili è ormai diventato un reato penale. Ciò significa che da questa settimana gli scienziati non possono rilasciare la loro tecnologia al pubblico o ad eventuali governi a meno che non sia per uso bellico e vantaggioso per le forze armate occidentali.
Non accettiamo una tale castrazione della scienza, e chiediamo al governo degli Stati Uniti d’America di chiarire quanto scritto su questo decreto emesso dalla Casa Bianca. Questa legge, questo decreto, è stato creato per mettere a tacere la Fondazione Keshe e altre organizzazioni di ricerca, con il proposito di esercitare pressioni sulla popolazione statunitense, in modo che solo la loro tecnologia (quella degli Stati Uniti) possa essere accettata in tutto il mondo. Il decreto presidenziale è contro la libertà scientifica internazionale per la condivisione dello sviluppo, della ricerca e dell’informazione, e questa è una legge ‘bavaglio’ sulle organizzazioni scientifiche come la nostra.”




mercoledì 12 settembre 2012

Loose Change 9/11: Il Complotto Americano



 A undici anni dall'attentato che ha sconvolto l'Occidente,  il punto sulle indagini e sulle teorie complottiste attraverso le voci di chi ha vissuto quelle ore drammatiche












 

domenica 9 settembre 2012

Come uscire dall'Europa in 4 mosse



        Questa mattina il neonato Movimento Libera Italia , guidato dal suo segretario Bruno Poggi, ha depositato in cassazione una Proposta di Legge per negoziare il recesso unilaterale dell'Italia dall'Europa. E per rinegoziarlo non "alla Prodi", ma riappropriandosi della sovranità e della moneta.


    Ecco come uscire dall'Europa in 4 mosse:

Delega al Governo di negoziazione sulla rescissione unilaterale dell’Italia dall’Unione Europea

Art. 1. (Delega al Governo)
1. La presente legge è finalizzata a stabilire, secondo le procedure previste dal comma 1 dell’art.50 dal Trattato sull’Unione Europea (versione consolidata), il recesso dell’Italia dall’Unione Europea.
2. Il Governo è delegato ad avviare, entro e non oltre tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un negoziato con la UE finalizzato al recesso dell’Italia dall’Unione Europea, secondo quanto previsto dal comma 2 dell’art.50 del Trattato sull’Unione Europea (versione consolidata). L'accordo è negoziato conformemente all'articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.


Art. 2. (Rinegoziazione)
1. E’ facoltà del Governo rinegoziare un rientro dell’Italia nella UE secondo le modalità previste nel art.49 del Trattato dell’Unione Europea, a condizione che l’accordo di rinegoziazione contenga, in modo tassativo, le
seguenti clausole:
a) riappropriazione dei diritti di signoraggio;
b) utilizzo di una moneta nazionale (Nuova Lira) in sostituzione dell’Euro;
c) liquidazione del capitale versato dall’Italia alla BCE;
d) esclusione dell’Italia dall’Area Schengen e dagli obblighi relativi all’omonimo Trattato;
e) rescissione dagli obblighi relativi ai Trattati Basilea 2 e Basilea 3 da parte el sistema bancario e creditizio italiano.


Art. 3. (Divieto di proroga dei tempi dell’accordo di recesso)
Il Governo non può prorogare in nessun caso attraverso leggi, decreti o altri tipi di normativa il termine massimo di entrata in vigore dell’accordo di recesso stabilito in due anni dal comma 3 dell’art.50 del Trattato sull’Unione Europea.

Art. 4. (Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.


Non mi aspetto che questo Parlamento di nominati, espressione di poteri che afferiscono ovunque, ma non certo ai cittadini, prenda in esame una Proposta di Legge popolare: non siamo mica in Svizzera. E poi ci sono precedenti illustri (proposta di legge popolare per mandare a casa i condannati in via definitiva, di Beppe Grillo) che languono nei cassetti polverosi del Senato da anni. Ma intanto è un segnale: non tutti dormono, dalle Alpi in giù.

Il Movimento Libera Italia, che è di impostazione liberale, ha un'altra proposta di legge per separare le banche commerciali dalle banche d'affari. In calce trovate il pdf.

- Scarica la Proposta di Legge sull'uscita dall'Europa.
- Scarica la Proposta di Legge sul sistema bancario.
- Leggi anche:
  1. - "Uscire dall'Europa si può: ecco come!", di Paolo Becchi
  2. - "Euro: lasciate ogni speranza o voi che entrate!", di Paolo Becchi

domenica 2 settembre 2012

"Se in Italia ci fosse il default" - W.Mosler incontra democraziaMMT a Venezia






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Warren Mosler

PROFESSIONAL EXPERIENCE

2003 – Present, relocated Valance Co, Inc. the corporation that owns the shares of III Offshore Advisors and III Advisors, the companies that manage AVM and III, to the US Virgin Islands from Florida, where he currently resides and conducts his principle business activities.
1983 – Present AVM, L.P. Founder and Principal – AVM is a broker/dealer that provides advanced financial services to large institutional accounts.
1982 – Present: Founder and Principal, Illinois Income Investors (III) – Developed numerous successful strategies that utilized US Government securities, mortgage backed securities, LIBOR swaps and LIBOR caps, and financial futures markets in a market neutral, 0 duration strategy. Originated the ‘mortgage swap’ in 1986. Orchestrated the largest futures delivery to date (over $20 billion notional) in Japan in 1996. Created the current euro swap futures contract.
1978-1984 – William Blair and Company, Chicago – Founded fixed income arbitrage department. Developed numerous successful trading strategies in fixed income and derivative product markets.
1976-1978 – Banker’s Trust NYC, Vice President, Sales and Trading – Instituted active forward markets in GNMA securities trading. Designed arbitrage strategies utilizing newly emerging financial forward and futures markets.
1975-1976 – Bache and Co. – Fixed Income Institutional Sales
1973-1975 – The Savings Bank of Manchester – Pioneered the use of synthetic short term investments with long term securities and forward markets.
Enterprise National Bank: Director and major shareholder.
Chairman and majority shareholder of Consulier Engineering
President and founder of Mosler Automotive (www.moslerauto.com) which manufactures the MT900 sports car in Riviera Beach, Florida.
Co-Founder and Distinguished Research Associate of The Center for Full Employment And Price Stability at the University of Missouri in Kansas City. CFEPS has supported economic research projects and graduate students at UMKC, the London School of Economics, the New School in NYC, Harvard University, and the University of Newcastle, Australia.
Associate Fellow, University of Newcastle, Australia

EDUCATION

1971 – B.A. in Economics, University of Connecticut

PRESENTATIONS – (Partial List)

“Current Events in Financial Markets: Economic and Specific Trading
Opportunities,’ Cambridge University Conference on ‘New’ Monetary
Policy: Implications and Relevance, March 2004.
“Workfare and Labor Market Policy,” University of Newcastle,
Australia, June 2001.
“A Review of Central Bank Options: Technical Discussion,” Singer Island, Florida, March 2001.
“A Development Plan for Palestine,” Sixth International Post Keynesian Conference, University of Tennessee: June 23-28, 2000.
“Declining Savings Rate and Growing Household Indebtedness in North America,” testimony before the Standing Committee on Finance, House of Commons, Ottawa, Canada, May 2000
“Exchange Rate Policy and Full Employment,” University of Newcastle, Australia, December, 1997.
“Full Employment and Price Stability,” Eastern Economics Association, March 1997.
“Soft Currency Economics,” Bretton Woods, New Hampshire, July 1996.

PUBLICATIONS - (Partial List)

“Critique of John B. Taylor’s ‘Expectations, Open Market Operations, and Changes in the Federal Funds Rate’,” Journal of Post Keynesian Economics, forthcoming.
“Public Sector Employment, Foreign Exchange and Trade,” Achieving Full Employment, edited by Ellen Carlson and William F. Mitchell, pp. 62-71, vol. 12, ELRR: Sydney, 2001.
“Unemployment and Fiscal Policy,” Unemployment: The Tip of the Iceberg, William Mitchell and Ellen Carlson (eds.), pp. 219-231, CAER: Sydney, 2001.
“Building a Palestinian Economy,” Middle East Insight, pp. 57-59, Washington DC, June-July 2001.
“Comment on ‘In the Interests of Safety,’ by Martin Mayer,” in The Management of Global Financial Markets, edited by Jan Joost Teunissen, pp. 94-101, FONDAD: The Hague, 2000.
“Exchange Rate Policy and Full Employment,” The Path to Full Employment, Ellen Carlson and William F. Mitchell (eds.), pp. 12-22, vol. 11, ELRR: Sydney, 2000.
“A General Framework for the Analysis of Currencies and Commodities”, in Full Employment and Price Stability in a Global Economy, edited by Paul Davidson and Jan Kregel, pp. 166-177, Northampton: Edward Elgar Publishing, Inc, 1999.
“Full Employment and Price Stability,” Journal of Post Keynesian Economics, Vol. 20, No. 2, Winter 1997-98.

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